Non è facile riassumere la storia di un’organizzazione sindacale come la Filca Cisl Lazio. Qui proponiamo una narrazione che articola le vicende in decenni, e torna indietro nel tempo, fino agli anni ’50. Una storia profondamente legata alle vicende e ai movimenti di una società, un territorio e una città speciale come Roma, in costante trasformazione.

I nostri giorni

In questo ultimo decennio, dopo la grave stasi dovuta alla pandemia Covid-19, l’edilizia torna a crescere. Già nel corso della seconda metà del 2020 il settore delle costruzioni registra tassi di crescita e sviluppo. Ricerca, innovazione, partecipazione e un deciso piano di investimenti sono i temi chiave per la ripresa del settore su cui la Filca ha impostato il proprio discorso per questo decennio.
Nel 2020, attraverso il Superbonus 110%, nel Lazio si si investono 1,5 miliardi di euro (terzo posto tra le regioni italiane).

Nel 2021, le imprese del settore edilizio laziale raggiungono le 76.700 unità, con una crescita rispetto al 2020 dell’1,8%. Gli addetti del settore crescono del 12,2% toccando le 132.800 unità. Il numero complessivo di addetti cresce, ma quasi esclusivamente nelle imprese di maggiore dimensione. Emergono inoltre due importanti fenomeni di incertezza e criticità: crescono solo i contratti a termine ed è sempre più difficile trovare manodopera specializzata.
Nel 2021, Attilio Vallocchia prende il ruolo di Segretario Generale della Filca Cisl Lazio.

Oggi, nel 2022, la Filca è il primo sindacato del settore edile per numero di associati nel Lazio.

2010-2020 dalla crisi al lockdown

Nel Lazio, nei primi mesi del 2010, molte imprese chiudono e molti addetti rimangono senza lavoro, in un settore nel quale il lavoro nero è già diffusissimo. Quanto alle imprese che resistono, perdura e si aggrava la loro sofferenza per l’impossibilità di riscuotere i crediti vantati verso le pubbliche amministrazioni, con la conseguente lievitazione dell’indebitamento per gli oneri finanziari. I primi segnali di ripresa (2018) vengono bruscamente fermati dalla pandemia e da lockdown.

2000-2010 il decennio nero dell’edilizia

Nel 2008 inizia infatti quello che viene definito “il decennio nero dell’edilizia”. La flessione degli investimenti causa il crollo dei posti di lavoro: oltre 70 miliardi di euro in meno, di cui 65 solo nel comparto delle costruzioni.
Nel Lazio, gli investimenti nel settore costruzioni che nel 2005 ammontano a 5,2 miliardi, nel 2009 precipitano a un miliardo e mezzo di euro.
Aumenta il ricorso al lavoro irregolare che passa dall’11,4% del 2008 al 15,8% del 2016, rendendo l’edilizia il secondo settore produttivo, dopo quello agricolo, con il più alto livello di irregolarità.

La Filca continua a battersi per l’implementazione di un welfare contrattuale sempre più completo.
Intanto la sua posizione si consolida e si rafforza, sia nel settore delle costruzioni sia all’interno della Cisl. Il modello che Filca propone è lontano dal sistema assembleare mutuato dalle grandi fabbriche metalmeccaniche. Si basa piuttosto sulla formazione di operatori sindacali capaci di instaurare relazioni personali con i singoli lavoratori e di essere portatori di servizio, supporto ma anche motivazione ideale.

Nel 2009, col numero record di 298.633 associati, la Filca è il primo sindacato della categoria costruzioni a livello nazionale.

1990-2000 gli anni della terziarizzazione

Nel decennio 1991-2001 l’edilizia nel Lazio subisce una contrazione del 42%.
Nel 1996, 4 anni dopo il blocco degli investimenti collegato a Mani Pulite (1992), i cantieri a Roma sono circa 7mila, ma si tratta soprattutto piccoli riammodernamenti di appartamenti e facciate. E gli edili in attività sono scesi a 60mila: in quattro anni si sono persi per strada 90mila posti. Mancano i grandi lavori, non si rinnovano le infrastrutture, non parte la terza linea della Metropolitana.

Anche nel Lazio, sono gli anni della terziarizzazione. Le grandi imprese edili, che fin qui avevano lavorato con maestranze proprie, iniziano a lavorare con squadre in subappalto. Questo crea una polverizzazione delle relazioni tra parti datoriali e sindacato e una crescente difficoltà per l’azione sindacale. Dal 2001, con la cosiddetta Legge obiettivo e la figura del General contractor, questa tendenza si radicalizzerà.

L’iniziativa della Filca si focalizza su una rifondazione sostanziale delle regole del lavoro, sulla riqualificazione delle imprese e del sistema bilaterale.
Una delle proposte che ottiene maggiori risultati è il Durc, Documento Unico di Regolarità Contributiva. Lanciato dalla Filca con accordi provinciali nel 1997, viene applicato nella ricostruzione post terremoto in Umbria. Dimostrata la sua efficacia, il Durc viene esteso a livello nazionale con la legge 266 e il decreto applicativo della riforma Biagi. Un nuovo contratto collettivo stabilisce un passo avanti nella logica di sistema con un accordo per la creazione di uno schema unico di bilancio per tutte le Casse Edili.

Nel 1998, l’accordo di San Clemente, siglato da Filca, Fillea, Feneal, Ance e associazioni artigiane del settore, stabilisce l’istituzione di un sistema unificato di enti bilaterali e previdenza complementare per i lavoratori del settore edile.

Sono anni di profonda disillusione per la società italiana, di distacco tra le avanguardie sindacali e i lavoratori, mentre le rappresentanze imprenditoriali sono distratte dagli effetti della crisi giudiziaria e da quella economica.

Nel 1999 gli iscritti alla Filca Cisl nazionale sono oltre 193 mila.

1980-1990 contratti di solidarietà e diritti

18 ottobre 1990 Roma Convegno nazionale Filca “Democrazia economica e partecipazione. Prime riflessioni su un progetto possibile” - Archivio fotografico Filca-Cisl nazionale_

18 ottobre 1990 Roma Convegno nazionale Filca “Democrazia economica e partecipazione. Prime riflessioni su un progetto possibile” - Archivio fotografico Filca-Cisl nazionale.

Nel Lazio, e in particolare a Roma, nei primi anni ‘80 l’attività edile è ancora considerevole, in particolare grazie all’accordo del ‘78 per la realizzazione di 100mila alloggi di ediliza pubblica. A fine decennio, a Roma si conteranno tra i 17.000 e i 20.000 cantieri in attività, che danno lavoro ad almeno 150.000 persone. Si vedono ovunque gru, betoniere, ruspe, scavatrici all'opera, la città pulsa, è tutta un fermento. Nel 1982 inizia anche la costruzione della centrale nucleare di Montalto di Castro, che sarà interrotta nel 1988.

Per i comparti a impianto fisso, sono anni di forte contrazione. Il settore dei laterizi vede -30% degli addetti a livello nazionale e la quasi sparizione degli storici insediamenti di fornaci nel Lazio, in particolare a Monterotondo. Anche il settore estrattivo, che nel Lazio contava alla fine degli anni’ 70 circa 4mila addetti, subisce una traiettoria di declino occupazionale e produttivo, dovuto soprattutto alla più stringente normativa prevista dal PRAE (Piano Regionale per le Attività Estrattive). Nello stesso modo le cementerie vedono ridursi il numero degli addetti. Stessa sorte per il settore del legno, dai primi anni ‘80 in caduta libera in tutti i comparti: infissi, mobili e imbottito. In quel contesto di grandi ristrutturazioni, trova massimo riscontro la proposta della Cisl sulla riduzione dell’orario di lavoro e i contratti di solidarietà per fronteggiare la crisi.

Dal punto di vista dei diritti, sono anni importanti. Nel 1983 entra in vigore l’APE, Anzianità Professione Edile in tutti i Contratti nazionali di lavoro del settore edile, con il quale si riconosce l’anzianità di servizio maturata attraverso l’iscrizione alle Casse Edili, con specifico contributo a carico delle imprese.

Nel 1984 si chiude l’esperienza unitaria della Federazione Lavoratori Costruzioni (Flc) che dal 1972 aveva tenuto insieme Filca, Fillea e Feneal. La frattura avviene con il “Patto di San Valentino”, quando Confindustria, Cisl e Uil firmano la proposta del governo Craxi legata alle misure antinflazione.

Alla fine del decennio, con i contratti nazionale e integrativi del triennio 1987-1989 viene formalizzato il ruolo di garanzia e di verifica svolto dalle Casse Edili in materia di regolarità contributiva e di rispetto delle norme contrattuali attraverso il rilascio della certificazione di iscrizione e di correttezza.

Nel Lazio, la struttura regionale Filca Cisl nasce formalmente nel 1981, la prima sede è in via Carlo Cattaneo, a Roma. Ma questa ufficializzazione è l’esito di un lungo processo, iniziato nel 1973: con l’istituzione delle strutture regionali, che facilitano il travaso tra le diverse esperienze sviluppate a livello locale, la Filca intende costruire un’organizzazione realmente nazionale.

1970-1980 grandi cantieri e Casse edili

27 gennaio 1977 Roma Convegno nazionale Flc Casse edili - Archivio fotografico Filca-Cisl nazionale

27 gennaio 1977 Roma Convegno nazionale Flc Casse edili - Archivio fotografico Filca-Cisl nazionale.

Il problema della casa, soprattutto a Roma, è ancora prioritario: la popolazione cresce e la presenza di baraccati è massiccia. Questo crea gravi problemi, sociali e di ordine pubblico.
Sono anni di grandi edificazioni: Spinaceto nel 1971, Vigne Nuove, Laurentino 38 e Corviale tra il 1972 e il 1974, Tor Sapienza, Serpentara e Primavalle tra il 1975 e il 1980. Sono da ricordare Tiburtino terzo, Laurentino 33 e Casilino 23, Tor Bella Monaca e tanti altri insediamenti anche di natura privata.

Oltre a una fitta rete di piccole e medie aziende, a Roma operano tante grandi imprese pubbliche e private, anche internazionali.
La Filca si trova quindi di fronte a controparti di notevole qualità e rappresentatività. Nel Lazio, la Filca ha una presenza forte nei cantieri, ma soprattutto negli impianti fissi, del legno, nelle cave di tufo sul Tevere, nelle cave di travertino a Villalba di Guidonia. Mantenendo l’attività di supporto e contrattazione lontana da vincoli e posizioni ideologiche predefinite, la Filca Cisl si consolida e aumenta i consensi tra i lavoratori.

Argan, sindaco dal 1976 al 1979, e poi Petroselli, sindaco dal 1979 al 1981, riescono a impostare
un serio e proficuo lavoro di concertazione tra le confederazioni e le associazioni più rappresentative del settore. Questo porta all’accordo per la realizzazione di 100mila appartamenti a Roma, di cui almeno il 60% di edilizia economica e popolare. Anche se, parallelamente, continua a espandersi a macchia d’olio un abusivismo fortemente speculativo.

L’Autunno caldo, i movimenti giovanili e la mobilitazione dei lavoratori (1969) portano allo Statuto del Lavoratori (1970). Dal 1971 anche nel settore delle costruzioni il lavoro viene distribuito in cinque giorni settimanali, con l’istituzionalizzazione della busta paga come modello unico, secondo la prassi adottata da anni nell’industria manifatturiera.

Nel 1972 Filca, Fillea e Feneal danno vita alla Federazione Lavoratori Costruzioni (Flc), che resterà attiva fino al 1984.
Il rinnovo contrattuale del 1976 porta molte novità: aumenta il contributo alle Casse Edili, si introduce un premio professionale e il diritto allo studio, con la partecipazione dei lavoratori del settore delle costruzioni ai corsi delle 150 ore. Con l'espressione 150 ore per il diritto allo studio si indica un istituto contrattuale che garantisce ai lavoratori dipendenti un monte ore di permessi lavorativi retribuiti da impiegare in progetti ed attività riguardanti la propria formazione personale. Sono tantissimi i lavoratori delle costruzioni che, grazie alle 150 ore, ottengono la licenza media.

Alla fine del 1977 inizia anche il processo che porterà al sistema unico nazionale delle Casse Edili.

In generale, nel Lazio, sono anni di enorme conflittualità, ma la Filca riesce ad affermare un modello incentrato sulla contrattazione articolata territoriale e aziendale. Il modello si basa sulla prossimità: giovani operatori a tempo pieno, molto professionalizzati, in grado di offrire tutela individuale e collettiva sul posto di lavoro e nelle proprie sedi diffuse su tutto il territorio.

A Roma, a partire dai grandi cantieri, si sviluppa un terzo livello di contrattazione per l’istituzione delle mense in cantiere, per la compartecipazione economica mai oltre il 20-30% del costo, per i servizi, le docce, e in particolare per l’incremento dalle 7 alle 11 ore mensili dell’indennità di fine rapporto previste dal CCNL.

1960-1970 il secondo piano INA Casa

Il boom della ricostruzione, iniziato negli anni ‘50, continua a Roma con la proroga del Piano INA-Casa per un secondo settennato, dal 1956 al 1963. Alla fine, i vani realizzati sono circa 2.000.000, per un totale di 355.000 alloggi. I 20.000 cantieri aperti riescono a dare lavoro a molta manodopera stabile, circa 41.000 lavoratori edili all'anno.

Ma la crisi è alle porte: se nel 1964 il totale degli occupati nell’industria delle costruzioni si aggirava su 2 milioni e 89mila unità (di cui un milione e 740mila lavoratori dipendenti), due anni dopo i posti di lavoro sono diminuiti di quasi il 10%, con un calo delle assunzioni a un milione e ottocentomila.

Nonostante la crisi dell’edilizia, cresce l’attenzione rispetto alle condizioni di lavoro e alla sua durata: viene sancita la regola delle 48 ore di lavoro e l’indennità in caso di pioggia o neve, il principio della parità salariale tra i lavoratori e le lavoratrici, l’aumento salariale viene fissato in un 12%. Con il contratto del 1965 le controparti arrivarono a definire alcuni aspetti riguardanti anche l’attività delle Casse Edili, come la riduzione dell’indennità straordinaria al 7%, mentre il contributo per la Cassa venne confermato al 20%. Anche il quadro relativo all’orario di lavoro, alle ferie e alle festività viene modificato con la riduzione dell’orario di lavoro a 45 ore settimanali, che diventeranno 40 alla fine del decennio. Nel 1966 il CCNL istituisce l’indennità di mestiere, che sancisce il principio della maturazione di anzianità presso più imprese.
Nel Congresso del 1969 la Filca rappresenta 75mila lavoratori.

1950-1960 nasce la Filca negli anni del boom economico

23 25 settembre 1949 Roma I Congresso Nazionale Federedili-Lcgil - Archivio fotografico Filca-Cisl nazionale

23 25 settembre 1949 Roma I Congresso Nazionale Federedili-Lcgil - Archivio fotografico Filca-Cisl nazionale.

Nella Roma del dopoguerra, la mancanza di alloggi è un gravissimo problema: 1.755.000 persone arrivano a Roma fra il 1945 e il 1975. Con l’intervento statale INA-Casa, detto anche Piano Fanfani, dal 1949 al 1956 a Roma vengono investiti complessivamente 334 miliardi di lire per la costruzione di 735.000 vani, corrispondenti a 147.000 alloggi per le famiglie a basso reddito. Si costruiscono i quartieri Stella Polare a Ostia, Valco San Paolo, Tiburtino, Tuscolano.
Sono anche gli anni delle grandi opere infrastrutturali, come il GRA, in esercizio dal 1951, e la via Cristoforo Colombo, completata nel 1954. A Roma, il decennio è scandito da due eventi importanti: l'Anno Santo del 1950 e le Olimpiadi del 1960.

Il rilancio dell'attività edilizia assorbe un considerevole numero di disoccupati, piccole imprese locali e piccoli imprenditori. Per chi nel Lazio lavora nelle costruzioni, il punto di riferimento è quindi Roma: il 60% degli edili che lavora a Roma proviene dal Frusinate, dal Viterbese, dal Reatino. Ogni giorno centinaia e centinaia di persone prendono il treno per raggiungere i diversi cantieri e stabilimenti della capitale.

Nel Lazio, come nel resto d’Italia, la presenza della Filca è territoriale. Nei diversi paesi, ci sono leghe locali costituite e gestite a livello volontario, che raccolgono i lavoratori di una data categoria di uno specifico territorio. Le tutele all'interno dei posti dei posti di lavoro sono basse. I sindacati si trovano a contrattare a livello territoriale cose elementari ed essenziali, come la mensa nei cantieri, per esempio. E riescono a ottenere buoni risultati attraverso contrattazioni locali.

A livello nazionale la Filca (Federazione Italiana Lavoratori Costruzioni ed Affini) si forma nel corso di questo decennio, integrando diverse organizzazioni sindacali del settore costruzioni nate intorno alla Cisl (Confederazione Italiana Sindacati Lavoratori) dopo la frattura, avvenuta nel 1948, dell’unità della Cgil (Confederazione Generale Italiana del Lavoro). Nella Cisl la centralità e l’autonomia della categoria era effettiva, essendo la Cisl per statuto una confederazione di sindacati di mestiere e non, come la Cgil, un sindacato generale di lavoratori.
La Filca pone le basi di un’esperienza sindacale nuova e originale nel mondo delle costruzioni e del legno. Un’esperienza di autonomia e partecipazione che punta alla qualificazione della manodopera edilizia e all’estensione della Casse Edili sul territorio.